Siamo tornati da Upcycle con Impronte e i racconti di Girovaganzo
Ebbene sì, ho preso parte ancora una volta a Bike Travellers, la serie di incontri con viaggiatori e viaggiatrici all’Upcycle Bike Cafè. Con me in Upcycle, dove ero presente in qualità di curatore di Impronte, ha animato la serata il mitico Giovanni Ganzerli in arte Girovaganzo, che ci ha raccontato la sua avventura sulle Montañas Vacías, nella “Lapponia spagnola”.
Dopo un’introduzione del sottoscritto, dedicata al valore ispirazionale delle storie che ci circondano, della loro importanza specialmente nel processo di scrittura collettiva della nostra personalissima storia, ha preso la parola Barbara Bonori esponendo l’interessante manifesto dei trail, il Leave no Trace. Dacci un’occhiata e firmalo, è gratis e molto importante essere coscienti del nostro passaggio.
Leave no Trace, in breve
Upcycle e MSP Ciclismo condividono con i creatori e curatori di percorsi outdoor l’impegno nel proteggere e rispettare i territori e nell’incidere positivamente sulle loro sorti.
LEAVE NO TRACE è un progetto che sfrutta il potere dell’andare in bici a supporto della conservazione della natura e della valorizzazione del territorio.
LEAVE NO TRACE è uno stimolo per i riders e per gli organizzatori di manifestazioni bikepacking, affinché abbiano comportamenti positivi e siano consapevoli degli impatti che possono generare durante le loro attività.
Perché quando non lasci traccia, dimostri che ci tieni.
LEAVE NO TRACE ha l’obiettivo anche di stimolare e accelerare gli sforzi dell’industria del ciclismo affinché raggiunga la sostenibilità della produzione. Perché ognuno deve fare la sua parte.
LEAVE NO TRACE è un progetto di Upcycle in collaborazione con MSP Ciclismo da un’idea di Barbara Bonori co-founder di Upcycle Bike Cafè.
LEAVE NO TRACE si ispira al movimento internazionale LNT.
I racconti di Impronte e Girovaganzo da Upcycle
Giovanni era alla ricerca della natura più incontaminata, di uno spazio in cui poter trovare l’avventura pura, quella che fa scorrere l’adrenalina nelle vene, che mette davanti all’imprevisto, che costringe a starsene con sé stessi e a mettersi in gioco continuamente. Poi la definizione trovata su montanasvacias.com …. “Un’avventura attraverso una delle zone più spopolate d’Europa”.
Il racconto di Giovanni è sull’ultimo numero di Impronte, la raccolta di racconti di cicloviaggiatori e cicloviaggiatrici che vogliono condividere le proprie avventure sui pedali grazie a foto e testi, per ispirare e far sognare lettori e lettrici con un’opera unica, da collezione, da sogno.
Durante la piacevole serata Girovaganzo ci ha presentato il suo video girato come un documentario, sia per illustrare il percorso che la sua personalissima esperienza su queste piste pazzesche.
Sono seguite domande, curiosità, aneddoti legati a questo e altri viaggi… L’interesse per il percorso delle Montañas Vacías è sempre molto alto, e con grande orgoglio Impronte raccoglie questo racconto unico, corredato da scatti e parole di grande ispirazione di Girovaganzo, che nella sua semplicità narra di chilometraggi folli, dislivelli altrettanto, una Spagna come non la si conosce normalmente e tanti paesaggi che rubano il cuore.
Così ne parla tra le pagine di Impronte:
Montañas Vacías sembrava essere la scelta perfetta per realizzare tutti questi miei piccoli desideri, e a confermarmelo furono proprio le parole che trovai sul sito: “Un’avventura attraverso una delle zone più spopolate d’Europa”. WOW.
Non era di certo il mio primo viaggio in solitaria, né tantomeno il primo viaggio invernale in tenda, o la prima volta in cui mi sarei dovuto arrangiare per qualche giorno. A caricarmi e a preoccuparmi era piuttosto l’insieme di questi tre aspetti: un viaggio in solitaria, in pieno inverno, in tenda e in completa autonomia. Comincio così a organizzare e studiare tutta l’attrezzatura con ben due settimane di anticipo (di solito mi riduco agli ultimi 2 giorni). Faccio prove su prove, compro, provo, sposto, tolgo in continuazione cose sulla bici e dalle borse. Forse l’ho presa un po’ troppo seriamente, ma volevo avere la certezza di essere pronto a tutto pur essendo il più essenziale possibile. Questo è ciò che più amo del bikepacking!
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