Ti racconto la Fiera del Cicloturismo
Affluenza record alla Fiera del Cicloturismo 2023: la bici che fa notizia
A noi insider di questo mondo in esplosione (nota bene, non soltanto espansione) e cicloviaggiatori di lunga data fa un po’ sorridere quando sentiamo che realtà, enti, amministrazioni, associazioni e testate di respiro nazionale ora rilanciano la notizia del cicloturismo come fenomeno trainante del flusso turistico nel nostro Paese e non solo, quasi “scoprendolo” ora, credendoci adesso che fa notizia.
Grazie, Graziella… è bello salire sul carro dei vincitori.
In ogni caso, guardiamo l’aspetto positivo: nel 2023 la bicicletta fa parlare di sé. E ora noi, utilizzatori di quest’imbattibile centrifuga dei pensieri e impareggiabile mezzo in città e non solo, rischiamo addirittura di farci ascoltare, anche se dubito sia così immediata, sta cosa, quando a gran voce chiediamo di pensare a ciclisti, cicloturisti e turisti in bici sulle strade, di dedicarci spazio – fisico e metafisico – e di considerare i nostri sogni più reconditi di più sicurezza, infrastrutture e servizi.
Parliamo di cose belle: anche questa seconda edizione della Fiera del Cicloturismo ci regala tanto, perché torniamo a casa con molti sorrisi, tante idee di viaggio, un sacco di incontri e il cuore colmo di emozioni – trattenendo il desiderio di riempirsi di volantini, mappe e cartine che le varie APT, andando dietro all’italiota desiderio di possedere “materiale” per stipare i propri cassetti casalinghi, distribuiscono quasi ricordando la dannunziana impresa di Fiume.
Se non li avessi letti su canali ufficiali più meritevoli di attenzioni rispetto a questo blog, ecco qualche numero di questa Fiera del Cicloturismo 2023, tenutasi a Bologna il 1-2 Aprile, preceduta dal primo Forum del Cicloturismo dedicato ai soli operatori del settore e seguita da una tavola rotonda dove si fa il punto sulle ciclovie turistiche d’Italia.
Alla Fiera del Cicloturismo, ben più ampia e più ospitale dell’edizione passata a Milano, sono passate 19000 persone (il 30% in più), parcheggiando circa 1800 biciclette, con la possibilità di farsi ispirare da 90 espositori in 60 stand tra enti del turismo, tour operator, albergatori e noleggiatori di bici – pochi brand stile IBF di Misano e poca attenzione alla mobilità sostenibile per gli invalidi, mi suggeriscono en passant alcuni visitatori. Presenti destinazioni straniere e anche alcune regioni italiane che forse forse hanno capito come girano le cose e desiderano urlare il loro coraggioso processo verso un cambiamento della superata idea – magari! – dell’Italia come Paese di pizza, pizzi e turismo classico.
Alla Fiera del Cicloturismo spunti e idee per un presente migliore
Dicevamo, dalla Fiera del Cicloturismo di Bologna si torna a casa con nuove conoscenze, incontri con amici di lunga data, molti sorrisi e soprattutto con tanti spunti per un futuro migliore – anche se mi piace un sacco concepire la bicicletta non come il futuro bensì come il presente. A suggerirli, prima di tutti, il terzo rapporto Isnart-Legambiente dal titolo “Viaggiare con la bici 2023”, un’approfondita analisi del mercato e delle tendenze del cicloturismo (da intendersi obbligatoriamente come insieme dei molteplici ciclo-turismi) da cui emerge che i cicloturisti in Italia nel 2022 sono raddoppiati rispetto al 2019, insieme ai turisti in bicicletta arrivando a 33 milioni di presenze e generando un impatto economico stimato in 4,1 miliardi di euro.
La solare Pinar, direttrice dell’evento Bikenomist nella splendida location del DumBO, insieme al variegato team di Bikeitalia di cui mi preme però menzionare – senza nulla togliere agli altri colleghi – quel torero da palco di Omar Gatti che ha retto con ritmo incalzante una miriade incalcolabile di interviste e chiacchierate nell’area Bikeitalia Talks, ha confermato la scelta felice con Bologna per centralità geografica e di idee verso la mobilità sostenibile:
Puntare su Bologna è stata la scelta giusta: non soltanto per la sua centralità geografica, ma anche per l’attenzione che la città e la Regione stanno dimostrando nei confronti della mobilità attiva. Particolarmente lusinghiera è stata l’attenzione degli operatori nazionali e delle reti di impresa che hanno proiettato l’evento su una dimensione internazionale.
Non sto a nominare i singoli interventi e l’entusiasmo che ha generato incontrare personaggi noti e meno noti del mondo iper eterogeneo del cicloviaggio (dalla famiglia che esce in giornata all’ultracyclist passando per i numerosi Trail – quindi davvero molto variegato), ma sappi che ce ne sono stati molti e, appunto, di vario genere. E poi, non solo enti, espositori e speaker, ma anche il fondamentale ruolo dell’informazione, un punto cruciale a mio avviso, da non trascurare mai. Né nella qualità, né nella quantità.
Informazione che può giungere da fiere ed eventi, come in questo caso, dal cartaceo che ancora gioca forte sul turista italiano, ma nel mondo del cicloturismo entrano a gamba tesa e spopolano l’internet e i social. Pensa che la rete è usata dal 65% dei cicloturisti (contro un misero 36,8% del turista medio) per cercare informazioni e condividere le proprie esperienze, impressioni e recensioni con la community. In questo modo, si prendono spazio e modo di crescita anche quegli influencer o micro-influencer – o se vogliamo innalzare l’opinione che si ha di loro – divulgatori di informazioni di viaggio, e forse riescono a far capire che aiutare a promuovere, far comprendere e di conseguenza scegliere una destinazione è un lavoro vero.
Conclusioni a caldo dopo la Fiera del Cicloturismo 2023
Infine veniamo alle conclusioni: tanta gente all’evento, finalmente tanto interesse sulla bicicletta, tante regioni e organizzazioni che investono una paccata di fondi e ne vogliono promuovere l’utilizzo. Speravi non arrivasse mai, eppure inesorabile si presenta all’appello, il “ma”…
Su due fronti, a mio avviso (e baso queste riflessioni sulle osservazioni presenti nel rapporto Isnart-Legambiente di cui poco sopra). In primo luogo – e mi vergogno di questo record negativo – noi ciclisti in Italia abbiamo ancora il tasso di mortalità più alto rispetto a tutti i Paesi europei. Decisamente migliorabile, non pensi?
Secondo ma non meno importante, la comunicazione che si fa della bici, degli incidenti per strada, ma anche banalmente di questo “nuovo” fenomeno che è il cicloturismo. Secondo me, a volte, sembra un po’ da tabloid britannico.
Quante “vittime della strada” contiamo ogni settimana, senza accorgerci che non è la strada ad uccidere ma un nostro simile?
Quante “macchine impazzite” di cui si perde il controllo ammazzano ancora ciclisti giovani e non?
Quanto tifo da stadio facciamo, come fosse il giorno del derby tra autisti, pedoni e ciclisti, quasi fosse una lotta a chi controlla quella striscia d’asfalto?
Quanta disinformazione e quanto greenwashing del cambiamento ascoltiamo e leggiamo ogni giorno?
Diciamo che di compiti per le vacanze ne abbiamo. Però mi piace concluderla e pensarla in positivo – come canta quel pazzo furioso di Jovanotti che poretto viene sempre distrutto ogni volta che fa un viaggio in bici come noi – e sapere di esser parte di un grande cambiamento.
E avere la consapevolezza che davvero la bicicletta salverà il mondo (che resti tra noi, Dostoevskij diceva “la bellezza” solo perché sulla neve non ha mai provato la Fat-Bike), e andando incontro a quel cambiamento insieme a tanti altri pazzi furiosi, pedalata dopo pedalata, con un po’ di male alle terga e gli occhi pieni di nuove scoperte.
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